Il Territorio

Monte Vidon Corrado- nel passato uno dei castelli del Fermano,costruiti dai Piceni con spesse mura per difendersi dalle incursioni delle tribù limitrofe,poi terra degli Abati di Farfa-viene citato per la prima volta in un documento del 1300.

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Descrizione

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Fu in quel periodo che gli abitanti di Monte Vidon Corrado,rappresentati da Guglielmo Scambi,si sottomisero a Fermo ed al suo Podestà: Egidio Albornoz,Legato Papale durante la permanenza della Sede Pontificia ad Avignone (1309-1377). Devastato nel 1398 dal Conte di Carrara,Monte Vidon Corrado,fu occupato-in seguito- da Carlo Malatesta (1413-16) e da Francesco Sforza (1433-1446),seguendo sempre le vicende della vicina Fermo. Più recentemente la sua storia si confonde con quella di Montegiorgio, "di cui seguì l'avversa e prospera fortuna" come si legge nell'Annuario della Provincia di Ascoli Piceno nel 1865. Alla fine del XIX,Monte Vidon Corrado,contava 1300 abitanti di cui solo 150 vivevano nel centro principale. Attualmente per una forte emigrazione interna la popolazione assomma a 837 abitanti. Nel 1894 vi nacque Osvaldo Licini che qui dipinse molte delle sue inquietanti Amalassunte e vi morì nel 1958.

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OSVALDO LICINI Osvaldo Licini nacque a Monte Vidon Corrado il 22 marzo 1894. Entrò presto nel 1908, all'Accademia di Belle Arti, dove incontrò Morandi. Scrive di lui, Giuseppe Marchiori: «C'è un origine molto seria nella storia del pittore: la partecipazione diretta alle «fonti» dell'avanguardia europea, subito dopo gli studi all'Accademia di Bologna ...» Licini, come puntualizza Marchiori, «... era d'accordo con Morandi, negli anni della giovinezza, ma poi l'istinto avventuroso e battagliero, lo sospinse in altre direzioni, verso esperienze decisamente polemiche, lontane dalla cauta e sicura ricerca di Morandi, nel meraviglioso viaggio intorno al tavolo delle bottiglie ...» I periodi della pittura di Licini si possono dividere - come risulta da una nota autografa nel modo seguente: 1913-1915 Primitivismo fantastico. 1915-1920 Episodi di guerra (quasi tutti distrutti). 1920-1930 Realismo. 1930-1940 Astrattismo. Dopo questo periodo si chiude a Monte Vidon Corrado e in proposito scrive ancora Marchiori: «Licini scompare per alcuni anni nel suo inaccessibile paese ... Che cosa Licini avesse pensato e compiuto durante gli anni della guerra e del dopoguerra, si vide alla «Biennale» del 1950. La ritrosia ad esporre, il desiderio della solitudine, accentuato dall'isolamento forzato, il silenzio erano tali da far pensare ad una nuova crisi, alla sfiducia, alla coscienza di un distacco troppo profondo dal «gusto» del tempo. Invece si trattava della solita severità autocritica, nel passaggio dalla pittura astratta alla visione surreale. Le soluzioni pittoriche nel 1945 aprono la via alla conciliazione dei due modi in una realtà nuova, in cui l'antico rigore costruttivo è sapiente architettura di spazi e la spregiudicata libertà fantastica è avvio ad un mondo di immagini inconsuete: lune, angeli, personaggi in vastissimi cieli. La serie delle «Amalasunte» è sconcertante e misteriosa, in antitesi, come sempre, col «gusto» dominante ...» «Si dovrà creare una leggenda per lui? Attraverso l'esperienza dell'arte d'avanguardia, Licini è arrivato alla verità poetica di Amalasunta. E' un raggiungimento essenziale, per l'impegno di una vita intera, per la partecipazione attiva e appassionata alla storia del tempo. La serie delle «Amalasunte», dal 1946 al 1950, intonate su fondi di differenti colori, è sempre della medesima, alta qualità stilistica, senza cedimenti né stanchezze. Le «marine» e i «notturni» succeduti agli astri dall'ironico sorriso, rappresentano davvero gli anni trascorsi «nella solitudine troppo immensamente aperta del cuore e dell'anima», al di là di ogni mare, speranza, salvezza, eternità», sognando l'avvento di «una mai veduta, perenne, strepitosa, frenetica, scintillante, dolcissima irrealtà». Licini è un artista che si è preoccupato soltanto di essere se stesso. Ma la ricerca della propria verità si è svolta nella viva realtà della storia dell'arte moderna».

Foto storiaPARCO PITTORICO OSVALDO LICINI, SITO IN VIA TRENTO E TRIESTE

 

Foto storiaFoto Chiesa San Vito Martire

 

Foto storiafoto d'epoca Monte Vidon Corrado

 

Foto storiafoto d'epoca Monte Vidon Corrado

Monte Vidon Corrado è sorto in epoca medievale in posizione strategica, sull’asse di comunicazione tra la valle del Tenna e il Chienti, in uno sperone panoramico che domina il territorio dai Sibillini al mare. Di quel passato resta il toponimo, riferibile al ”castello di Guidone” ed in seguito di “Corrado”, uno dei figli di Fallerone, resta la prima menzione in un documento del 1229, quando Fermo cercò la coalizione con i castelli vicini per arginare la volontà d’espansione di Rinaldo, duca di Spoleto; la matrice medievale è fortemente leggibile nella struttura urbana, improntata sull’antico incasato del castello feudale le cui mura poligonali, attualmente inglobate in costruzioni più tarde, risalgono al XIV-XV secolo. Perché salire a Monte Vidon Corrado? Per passeggiare nelle stradine silenziose tra le antiche mura in cotto, visitare il delizioso centro storico dove ogni casa ha variopinti fiori sui balconi: domina la facciata settecentesca della parrocchiale di San Vito, con all’interno tele settecentesche del Monti, un intenso crocefisso di scuola del Guercino e la cappellina secentesca del santo dedicatario interamente stuccata. Passando davanti al palazzotto quattrocentesco con decorazioni in cotto e arco ogivale senese, si giunge alla piazzetta del comune, su cui si affaccia la dimora del grande artista del ‘900 Osvaldo Licini. È una casa padronale settecentesca, strutturata su tre livelli, dove Licini – dopo gli anni degli studi accademici a Bologna e a Firenze, dopo il soggiorno parigino – ha scelto di vivere insieme alla moglie svedese Nanny. Entrando nelle stanze si respira la dimensione esistenziale dell’artista, insignito del Gran Premio della Biennale nel 1958, anno della sua morte. Dalle finestre si può ammirare il suggestivo paesaggio con le colline che da una parte digradano al mare e dall’altra salgono verso il profilo ondulato dei Sibillini: sopra lo spazio cosmico, dove sembra di veder fluttuare le ammiccanti Amalassunte, gli arditi Angeli Ribelli, i curiosi Olandesi Volanti e tutte quelle fantastiche creature “erranti, erotiche, eretiche” come il genio che le ha ideate. Sempre in piazza Osvaldo Licini si trova il Centro Studi a lui dedicato, con una ventennale attività di ricerca ed espositiva a suo attivo: in esposizione permanente foto, lettere, la raccolta di sessantatre carte liciniani con disegni, scritti e poesie che coprono tutte le fasi della sua produzione artistica; alcune sono realizzate su carta intestata del Comune e risalgono al decennio 1946-1956 in cui Licini è stato sindaco del suo paese. Scendendo attraverso il piccolo sottoportico denominato “Galleria dell’Arte” si giunge al parco pittorico, che nella bella stagione si tinge di fiori e piante con i colori della tavolozza liciniana. La passeggiata intorno al centro storico offre incantevoli scorci panoramici sui borghi limitrofi e fino al lontano orizzonte montano. Ma Monte Vidon Corrado non è solo arte, storia, paesaggio: insieme a Falerone, Massa Fermana e Montappone fa parte dello storico distretto della paglia, che ha radici settecentesche. Gran parte della popolazione era impiegata nell’intero ciclo di produzione, dalla raccolta alla lavorazione delle trecce, alla realizzazione dei cappelli fino alla vendita nelle fiere e nei mercati. Attualmente il paese è specializzato nella realizzazione di accessori moda e di minuterie metalliche. Passato e presente, cultura e tradizioni, sapori genuini, grande senso di ospitalità…una visita a Monte Vidon Corrado per trascorrere ore piacevoli in un luogo in cui la natura e la sensibilità dell’uomo hanno creato un’armonica stratificazione storica.

 

Modalità di accesso:

Accessibile a piedi o su ruota tramite strada asfaltata

Contatti

  • Telefono: 0734 759348

Pagina aggiornata il 28/09/2023